Le fonti russe negano il coinvolgimento di Putin nella morte di Prigozhin

Le fonti russe negano il coinvolgimento di Putin nella morte di Prigozhin. C’è, tuttavia, un però grosso come una casa: che passa dalla  inaffidabilità dimostrata nei mesi dalle fonti Russe fino all’antica domanda “cui prodest?“.

Fonti Russe negano il coinvolgimento di Putin nella morte di Prigozhin

La mente corre alla distruzione del North Stream, oggetto di una assurda spy story basata sull’idea delle fonti Russe che gli “Uomini Occidentali invisibili” avrebbero distrutto il gasdotto per far dispetto ed affamare il popolo Russo contro ogni evidenza logica.

O alla morte di Darya Dugina, secondo le “fonti Russe” uccisa da una improbabile “Vedova Nera”,  in Mini Cooper con figlia minorenne e gattino selvaggio al seguito, tutti e tre pronti a beffare l’FSB discendente del KGB lasciandosi dietro foto e documenti.

O all’assurdo “dossier di 2000 pagine inviato all’ONU” basato sulla teoria che Putin avrebbe invaso l’Ucraina cercando i biolab pieni di COVID19 e vaccini COVID19 Pfizer in grado di tramutare il più bolscevico degli Ucraini russofoni in un superuomo nazista in cerca di soldati comunisti da squartare a mani nude, resistente alle pallottole.

Insomma, quasi due anni di conflitto dovrebbero averci insegnato che l’affidabilità delle Fonti Russe è decisamente declinata nel tempo.

E’ una “assoluta menzogna” che il presidente Vladimir Putin abbia ordinato l’uccisione di Yevgeny Prigozhin, avrebbe dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, promettendo investigazioni al riguardo.

Un po’ come quando la Russia ha dato all’Ucraina la colpa della distruzione della diga di Kherson, arrivando a intestarsi soccorsi mandati dagli Ucraini, quando l’attacco ucraino era fisicamente impossibile.

Ora, non stiamo dicendo di essere in grado di sposare una tesi o l’altra, ma che la tesi Russa oggi come oggi debba essere presa con molta attenzione e raffrontata con ogni riscontro possibile.

Nelle puntate precedenti abbiamo visto il jet con Prigozhin colpito probabilmente dalla contrarea Russa. Probabilmente è d’obbligo ora che si parla di una bomba in una cassa nell’aereo, trasformando così l’abbattimento del velivolo nello spot dell'”antico vaso” pieno di Amaro Montenegro.

Altre assurdità e cosa è accaduto dopo

Ignoriamo ciò che arriva dai QAnon, ormai diventati sostenitori di Putin per caso, secondo cui Prigozhin sia stato ucciso dai già citati “Uomini occidentali” dietro i Biolabs e ogni assurdità Ucraina.

Quello che sappiamo è che nelle ore in cui Peskov negava, Putin si apprestava a varare provvedimenti per obbligare i mercenari a “giurare fedeltà alla Russia”, assorbendo tutti i corpi paramilitari alla chetichella nelle forze russe, dopo aver liquidato la morte di Prigozhin come quella di un “amico che ha sbagliato” andando per questo intorno ad un “tragico destino”.

La domanda da farsi è: chi ci guadagna quindi dalla morte del “compagno che ha sbagliato”?

Sicuramente non gli “Uomini Occidentali” o la NATO: ormai i rapporti tra Putin e il suo “ex cuoco” erano ai minimi storici comunque, vivo o morto.

Sicuramente ci guadagna Putin, che non potendo colpire direttamente l’ormai scomodo rivale è riuscito a liberarsene potendo avvalersi della capacità di negare il coinvolgimento.

Sicuramente non ci guadagnano nulla gli Ucraini, dato che la loro controffensiva sarebbe andata avanti con o senza la Wagner tra i piedi.

Sottraendo chi non ci guadagna, resta chi ci guadagna.

E le teorie QAnon, unite al diniego di Peskov, allo stato delle cose hanno quel sapore di “excusatio non petita”.

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