La delega fiscale ridefinisce gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate: cosa comporta

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Negli stessi giorni in cui le affermazioni del ministro Salvini fanno il giro di social e stampa, in Parlamento approda all’esame la delega fiscale.

Tra chi vorrebbe un fisco meno opprimente e chi dichiara che l’accertamento è un atto di giustizia verso chi le tasse le ha sempre pagate, interviene un cambio di passo a garanzia del cittadino.

La delega fiscale ridefinisce gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate: cosa comporta

Sostanzialmente una modifica dell’obbligo di motivazione e onere della prova basata sul concetto di asimmetrie: l’ente, in quanto in grado di accedere ad una serie di risorse che il cittadino non ha, parte da una posizione di vantaggio che la delega cerca di colmare.

Come? In primo luogo, scopriamo, l’ente di riscossione avrà un obbligo più stringente nel motivare gli atti impositivi attraverso l’onere della prova. Gli atti in sostanza non saranno basati su presunzioni semplici ma andranno provati nel concreto in modo da colpire l’evasione.

Gli atti di riscossione saranno preceduti da un contraddittorio preventivo, con rafforzamento del diritto alla difesa del cittadino e disponendo che non siano comminate sanzioni se il comportamento errato è causato da ritardi, omissioni o errori dell’amministrazione finanziaria.

La riforma era già in “cottura” almeno da Aprile, introducendo anche una riforma negli interpelli, limitati ai casi in cui non è possibile ottenere informazioni in altro modo dall’amministratore.

Questo quanto prevede la delega: anche alla luce del bollente clima estivo (e non solo per il clima), solo nel seguito vedremo quanto della delega si incarnerà in norma e come.

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