Nella notte tra il 5 e il 6 luglio sono state squarciate le quattro gomme dell’auto di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, mentre la vettura si trovava parcheggiata a Borgo Santo Spirito, una parallela di via della Conciliazione.
Orlandi ha subito presentato denuncia presso il commissariato di piazza Cavour e sul caso è stata aperta un’indagine.
Vandalizzata l’auto di Pietro Orlandi
La notizia arriva dal blog Notte Criminale. Nella notte tra il 5 e il 6 luglio l’auto di Pietro Orlandi, parcheggiata a bordo strada a Borgo Santo Spirito, è stata presa di mira da ignoti che hanno squarciato le gomme.
L’autore di Notte Criminale, il giornalista investigativo Alessandro Ambrosini, precisa:
L’unica macchina a essere vandalizzata tra le tante presenti. Non intralciava, non era parcheggiata selvaggiamente. Era anonimamente posta a bordo strada.
La mattina del 6 luglio Pietro Orlandi ha presentato denuncia presso il commissariato di Piazza Cavour. Alessandro Ambrosini, ricordiamo, è il giornalista che verso la fine del 2022 ha pubblicato l’audio “shock” con le dichiarazioni di Marcello Neroni – ex collaboratore di Enrico De Pedis – su Papa Giovanni Paolo II e i presunti rapporti tra il Vaticano e la Banda della Magliana.
La notizia è stata confermata dallo stesso Pietro Orlandi a Fanpage, che aggiunge che gli inquirenti hanno acquisito le immagini di videosorveglianza della zona.
L’ipotesi del gesto intimidatorio
Ambrosini, sul suo blog, propone la tesi del gesto intimidatorio e parla di “fatto da non sottovalutare” ricorrendo anche all’uso della parola “minaccia”.
Per il momento Pietro Orlandi non ha rilasciato dichiarazioni. Sia Corriere della sera che Notte Criminale ricordano l’escalation di intimidazioni e minacce ricevute da Pietro Orlandi dopo la sua ospitata a DiMartedì, quando si pronunciò su Giovanni Paolo II disse: “Papa Wojtyla usciva la sera con due monsignori polacchi e non certo per benedire le case“. Tale affermazione fu del tutto travisata da un importante numero di fedeli, convinti che il fratello di Emanuela Orlandi stesse accusanto l’ex pontefice di pedofilia.
Per questo motivo sui profili social di Pietro Orlandi e anche nei confronti dell’avvocata Laura Sgrò si era creato un tornado di profili fake e hater, alcuni dei quali avevano lasciato commenti pieni di violenza e rancore.
A seguito di quella affermazione, Pietro Orlandi aveva ricevuto anche una lettera bizzarra firmata da un certo Luciano Dei (che suonava piuttosto come “Luciano Di Dio”) che lo condannava per le “vergognose allusioni nei riguardi di Papa Wojtyla”. La mancanza di mittente e di francobollo aveva fatto pensare che la missiva fosse stata consegnata a mano e che arrivasse da ambienti interni alla Santa Sede.