Un’immagine e un testo. Ci segnalano un post pubblicato da MamAfrica nel 2020 e riproposto in questi giorni. La foto mostra un gruppo di uomini intorno a un bambino africano con un cappio al collo. Secondo MamAfrica, si tratterebbe di un’istantanea scattata nel 1908 e che mostrerebbe i coloni del Congo Belga sotto Leopoldo II intenti ad impiccare un bambino di 7 anni come ritorsione contro il padre.
La presunta foto dei coloni belgi nel 1908
Come detto in apertura, il 27 giugno 2020 MamAfrica ha pubblicato un post che recita quanto segue:
Era il 1908. I belgi che leggevano la Bibbia prima di impiccare un bambino nero di 7 anni in Congo sotto il re Leopoldo II. Il ragazzo è stato impiccato perché suo padre non è riuscito a produrre la sua quota di grano per nutrire i coloni bianchi.
Dalla bella Africa
Un’immagine certamente raccapricciante e che fa riferimento a uno dei capitoli più violenti della storia dell’uomo e del colonialismo. La disumanità di Re Leopoldo II è nota alla storia, ed è vero che i coloni belgi perpetrarono contro gli indigeni del Congo le violenze più atroci riducendoli ad uno stato di schiavitù che si tradusse in un vero e proprio genocidio.
Tuttavia, l’immagine mostrata da MamAfrica non è stata scattata in Congo, né gli uomini bianchi ritratti sono coloni belgi.
Non coloni belgi in Congo, piuttosto militari statunitensi
Come spesso facciamo notare, un’immagine accompagnata da un testo e pubblicata sui social potrebbe veicolare informazioni inesatte, fuorvianti, distorte o addirittura false e soprattutto chiunque può improvvisarsi divulgatore su Facebook.
È sempre importante indicare la fonte di ciò che si pubblica, specialmente quando si tratta della storia. Senza negare le atrocità di Leopoldo II in Congo, l’immagine non ritrae i coloni belgi. Con una ricerca inversa ci imbattiamo in un articolo pubblicato nel 2019 da Fake History Hunter.
L’autore fa notare che gli uomini bianchi indossano uniformi americane. L’immagine arriverebbe da “The Nanny Jack & Co. Archives” e avrebbe come titolo Negro Boy Mock Lynching, ovvero “Finto linciaggio di un ragazzo negro”. Secondo Fake History Hunter, l’immagine sarebbe stata scattata al Camp Zachary Taylor, un campo di addestramento militare di Louisville, nel Kentucky.
Nella descrizione fornita da Fake History Hunter leggiamo:
L’orribile scena è stata fotografata a Camp Zachary Taylor a Louisville, Kentucky, durante la prima guerra mondiale. Il soldato in piedi a sinistra forse stava leggendo la Bibbia?
La tensione razziale era alta dopo la fine della guerra e nell’estate e nell’autunno del 1919 ci furono circa ventisei rivolte contro i neri in tutta l’America. Il linciaggio di neri è passato da cinquantotto nel 1918 a settantasette nel 1919! Secondo i registri, almeno dieci vittime erano veterani di guerra e alcuni sono stati linciati nelle loro uniformi.
I soldati negri hanno combattuto valorosamente in Francia, ma sono tornati a casa negli Stati Uniti d’America per combattere un’altra battaglia… questa per l’uguaglianza e il rispetto.
Immagine gentilmente concessa dagli archivi di The Nanny Jack & Co.
Il sito ufficiale di The Nanny Jack & Co è scomparso dal web e sui canali social ufficiali (Twitter, Instagram) la stessa foto non è riportata. Gli autori di Fake History Hunter nel 2019 scrivevano di aver contattato gli autori dell’archivio e di non aver ottenuto risposta.
Tuttavia, una ricerca approfondita è stata svolta nello stesso anno da AFP Check, che per l’occasione aveva contattato il professore di antropologia Jean-Philippe Belleau che suggeriva che lo scatto si poteva collocare dopo il 1920 (non nel 1908, quindi). Inoltre, gli autori di AFP Check, in contatto con storici militari statunitensi, hanno scoperto che le uniformi indossate dagli uomini bianchi nell’immagine appartenevano all’esercito americano.
Conclusioni
È un fatto che l’immagine non sia stata scattata nel Congo Belga nel 1908, bensì negli Stati Uniti in anni successivi. Concordando sull’atrocità immortalata nello scatto, anche per gli autori di AFP Check non è possibile risalire all’origine dell’immagine.
Parliamo di disinformazione, quindi, in quanto il post di MamAfrica e di altri profili veicolano una descrizione distorta dell’immagine mostrata.