La cura per l’autismo è il Suramin? Da giorni abbiamo visto comparire su vari social network un’immagine che sponsorizza un farmaco che curerebbe il disturbo dello spettro autistico. I nostri lettori ci chiedono verifica.
Facciamo subito notare che una notizia riportata in questi termini, specialmente quando si parla di autismo, è già errata. Ad oggi una cura definitiva per il disturbo dello spettro autistico non esiste, e la soluzione non può arrivare certamente dai social.
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Il post che sta circolando in queste ore recita quanto segue:
Come potevamo saperlo che è relativamente economico che costano meno di $ 30 e questo è stato così da quasi 100 anni, era la risposta? Solo una dose somministrata ai bambini con ADS che erano non verbali e hanno iniziato a parlare in frasi entro 9 ore”. Dott.ssa Silvia Theos
Una traduzione certamente automatica, la segnalazione che ci inviano i nostri lettori. Il post si presenta infatti totalmente sgrammaticato, ma il senso è sufficiente per afferrare il concetto: Suramin sarebbe il farmaco utilizzato a “bambini con ADS” non verbale i quali avrebbero iniziato a parlare in 9 ore. Come possiamo leggere, tale affermazione è attribuita a una certa Silvia Theos, dottoressa.
Cos’è il Suramin
Prima di procedere con l’analisi, parliamo del farmaco. Come riporta PubMed, il Suramin si applica sui pazienti affetti da tripanosomiasi africana (malattia del sonno) e oncocercosi (cecità fluviale) ed è vero che esiste dal 1923.
Tuttavia, questo farmaco presenta degli effetti collaterali importanti, e in questo documento della Food And Drug Administration leggiamo che l’utilizzo di Suramin non è approvato negli Stati Uniti. Questo dettaglio è confermato da Reuters.
Lo studio non sostiene che Suramin sia la cura per l’autismo
Come la storia ci insegna, l’efficacia di un farmaco deve essere accompagnata da uno studio. Tale studio sugli effetti benefici del Suramin su pazienti con disturbo dello spettro autistico esiste, ma non ha mai prodotto i risultati di cui si parla nel post.
Lo studio è stato pubblicato nel 2017 ed è consultabile a questo indirizzo. I test sono stati effettuati su 10 bambini, cinque dei quali hanno ricevuto il farmaco, e in nessun punto del documento si legge che i piccoli pazienti ai quali è stato somministrato Suramin abbiano cominciato a parlare in 9 ore.
Gli stessi autori hanno scritto:
Suramin non è approvato per il trattamento dell’autismo. Come molti farmaci per via endovenosa, se somministrata in modo improprio da personale non addestrato, alla dose e al programma sbagliati, senza un’attenta misurazione dei livelli del farmaco e il monitoraggio della tossicità, la suramina può causare danni. Saranno necessari studi clinici accurati per diversi anni in diversi siti per imparare come usare la suramina a basso dosaggio in modo sicuro nell’autismo e per identificare le interazioni farmaco-farmaco e gli effetti collaterali rari che attualmente non possono essere previsti. Mettiamo fortemente in guardia contro l’uso non autorizzato di suramin.
La stessa FDA mette in guardia dai farmaci spacciati per cure contro l’autismo. Ai tanti dubbi sul caso ha risposto il dottor Robert Naviaux, autore principale dello studio del 2017, che ha ribadito che i risultati arrivati con quei test erano sì promettenti per quanto riguarda la sintomatologia dei piccoli pazienti, ma le dosi somministrate e i tempi della ricerca erano troppo bassi per poter arrivare ad una verità assoluta.
Conclusioni
Un migliore metodo di ricerca – qui uno studio condotto in Sud Africa su 54 bambini con risultati migliori – potrebbe certamente indirizzare verso trattamenti più efficaci sulla sintomatologia dei pazienti con disturbi dello spettro autistico.
Lo afferma Mark Cavitt, direttore medico dei servizi di psichiatria pediatrica presso il Johns Hopkins All Children’s Hospital. Lo stesso Cavitt, tuttavia, ricorda che tutto dovrebbe svolgersi “attraverso studi FDA in fase II e III con molte centinaia di pazienti“.
Parliamo di disinformazione perché spacciare il Suramin come cura per l’autismo è fuorviante e non arriva certamente da un’approvazione del mondo scientifico. Il consiglio è evitare di rivolgersi ai social per informarsi sul mondo scientifico, quindi di approfondire attraverso le fonti accreditate.
Infine, la dottoressa Silvia Theo cui viene attribuita l’affermazione del post messo in analisi, non esiste. Pur cercando il suo nome con possibili varianti ortografiche (Sylvia, Silvya), non vengono prodotti risultati.
Su Reddit è in corso una discussione proprio sulla sua identità, e la stessa cosa accade su altri forum. La ricerca non produce alcun risultato nemmeno se si accosta il suo nome a “physician”.