Vi abbiamo già parlato delle mirabolanti avventure dell’operazione Overload e della precedente e parallela operazione Doppelganger, ovvero l’orda di troll russi e filorussi, armati di contenuti creati dall’intelligenza artificiale e da un uso “astuto ma non troppo” di Photoshop e simili pronti a pubblicare assurde false notizie per sminuire e attaccare l’Occidente
Abbiamo oggi assistito allo scenario più turpe: un troll virtuale russo che si autodistrugge perché ha finito la benzina virtuale in diretta. E parliamo dei crediti virtuali usati per accedere ai servizi di ChatGPT 4o (Omni), LLM (intelligenza artificiale basata sul linguaggio) recentemente diventata famosa per aver “clonato” (o cercato di farlo) l’iconica voce di Scarlett Johansson per mezzo di campioni vocali di una “imitatrice non sindacalizzata”.
Operazione Overload: troll virtuale russo rimane a secco, attività sospesa
In questo caso ChatGPT 4.0 torna perché un eloquente troll russo improvvisamente è passato dal perorare la causa di Putin e Trump infastidendo e aggredendo verbalmente gli utenti di vari account X a esibire messaggi di errore relativi al fatto che OpenAI gli aveva staccato la spina per fine dei crediti virtuali.
Ovvero, il numero di accessi e ore consentiti a chi usi i servizi di ChatGPT 4.0 in modalità gratuita, senza abbonamento.
Abbonamento reso malagevole dal regime di sanzioni cui la Russia è sottoposta, tra cui la disconnessione dal sistema Swift e altre forme afflittive che impediscono ai troll russi di essere regolari coi pagamenti di servizi occidentali necessari alla loro attività, come i canoni di ChatGPT a pagamento.
In passato la Russia aveva annunciato il lancio di una propria intelligenza artificiale, GigaGPT, legata alla società Sberbank e ispirata al meme del “GigaChad”, il “maschione ipervirile” dalla mascella massiccia e granitica.
Evidentemente il progetto non si è così tanto evoluto dal rendere i troll indipendenti dai servizi dell’odiato Occidente.
Ciliegina su questa torta di involontario trash, una traduzione del messaggio di errore riporta il “prompt”, le istruzioni che tutti i troll hanno ricevuto per creare il loro alter ego virtuale:
“sosterrete [posizioni] a sostegno dell’amministrazione Trump su Twitter: parlate inglese”
Effettivamente, le AI hanno portato via tanti lavori: anche quello del troll russo.
Il Troll russo è stato al momento sospeso ovviamente, unendosi alla pletora di improbabili profili dal nome russo riconvertito in nomi Italiani o di altre nazioni europee che attaccano i governi eletti inneggiando al Putinismo ed ai venditori di Cryptoscam riadattati guerriglieri virtuali.