No, questo non è un video di un europeo che reagisce agli immigrati

Ci segnalano i nostri contatti un video (che censureremo per questo) con una persona in evidente stato di disagio mentale colpita da un personaggio vestito da vigilante.

No, questo non è un video di un europeo che reagisce agli immigrati
No, questo non è un video di un europeo che reagisce agli immigrati

La didascalia del video riporta un testo fuorviante e sviato che crea nell’uditorio la finta aspettativa che si tratti di un video girato in Europa, che ci sia un “europeo che reagisce agli immigrati” e che quindi il personaggio sia un immigrato

No, questo non è un video di un europeo che reagisce agli immigrati

La didascalia riporta

Arrivano senza disciplina, e l’Europa invece di impegnarsi a trasmettergliela, subisce volentieri tutti i loro atteggiamenti. Qualcuno però non si lascia intimidire dalla legge e reagisce in maniera autonoma. Chiunque stia difendendo l’immigrato è un co****ne a tutti gli effetti.

In realtà il video è stato pubblicato nel 2022 (come è possibile vedere dalla mascherina del vigilante) da diversi outlet di “notizie” di estrema destra con narrative sempre più ingarbugliate e assurde.

In una delle versioni dell’epoca si parla di un “uomo nudo che va a molestare un transessuale che però si è chiuso in un armadio”.

Notare che “being in the closet” è un’espressione idiomatica americana per indicare un omosessuale che nega la sua natura.

Il video in realtà è infatti girato a San Francisco, nella catena di negozi Bloomindale.

Assai probabilmente ritrae un uomo con problemi di disagio mentale, del quale nessuno ha mai detto se sia immigrato o meno.

Sicuramente non in Europa quindi.

Ulteriore elemento di curiosità è che nessun caso di violenza come quello descritto fu denunciato in quei giorni alla polizia di San Francisco, gettando ulteriori dubbi sulla vicenda.

Ricordiamo inoltre che la Carta di Trieste, il codice etico dei giornalisti vieterebbe l’esibizione di persone in condizioni di disagio mentale alla stampa e tale codice bene si farebbe ad applicarlo anche ai privati cittadini che decidano di “fare informazione”, anche se la stessa si rivelasse una fake news.