L’incidente aereo di Vinhedo di due settimane fa ha scatenato diverse fake news, tra queste la bufala dei medici morti perché investigavano sul turbocancro diffusa a mezzo X.
Sono in realtà due bufale in una, di cui una discretamente antica. La più recente è la “bufala del turbocancro“, concetto del tutto immaginario creato dai novax per spingere la narrativa (più volte smentita) che i “vaccini COVID hanno provocato un aumento di cancri rapidissimi e inspiegabili” irreperibili in ogni statistica.
La seconda, vecchia quanto il disastro del Titanic, è che i “Poteri Forti” amino radunare personaggi scomodi su aerei, navi e altri mezzi di trasporto per inscenare incidenti e ucciderli.
L’incidente aereo di Vinhedo e la bufala dei medici morti perché investigavano sul turbocancro
I personaggi ritratti nella foto non sono medici, ma docenti universitari, studenti e ricercatori, di cui due appartenenti alla facoltà di medicina e gli altri geometri, ingegneri, agrari e contabili.
Con tutto il rispetto per i defunti, non le persone che andrebbero ad una “conferenza novax sul turbocancro” (non comunque che vi andrebbero, essendo stati ricercatori seri).
Contando i medici rimasti in realtà ve ne erano quattro: due oncologhe, un radiologo ed una pediatra.
Le due oncologhe a loro volta si stavano dirigendo ad una conferenza sugli effetti medici, sociali e relazionali del cancro al seno, senza alcuna relazione con l’odiato vaccino.
Il cancro al seno infatti è noto per avere non solo risvolti ovviamente che impattano la salute femminile in modo negativo, ma come tutte le malattie che comportano un cambio importante della fisicità della persona una serie di conseguenze legate all’immagine del sé, alla vita sociale ed all’autostima.
Ricordiamo inoltre che la “bufala del turbocancro” esiste solo nel lessico novax.