Il cielo giallo in Toscana si spiega con lo scattering, non con le fantasie complottiste: e potremmo finire così un articolo basato sulle assurde fantasie dei complottisti che cercano di spiegare lo scientifico con l’assurdo.
Il “cielo giallo” viene quindi spiegato dai complottisti con la cospirazione delle scie chimiche e la teoria del complotto della “geoingegneria clandestina”, sovente vere e proprie “narrazioni acchiappagonzi” secondo le quali i Poteri Forti spargerebbero nei cieli mediante appositi aerei modificati (i c.d. Tanker) una serie assurda di sostanze che vanno dai metalli pesanti alla sabbia, passando per i vaccini allo scopo di modificare il clima, controllare l’umanità e altre teorie in contraddizione l’una con l’altra.
Il cielo giallo in Toscana si spiega con lo scattering, non con le fantasie complottiste
Partiamo da un dato di fatto: come abbiamo avuto modo di vedere proprio recentemente, c’è sempre stata sabbia nelle piogge.
Anzi, sono proprio quei nuclei di impurità naturalmente presenti nell’atmosfera che consentono alle piogge di verificarsi. “In Toscana giunge la polvere dell’entroterra algerino. Mentre quella dell’entroterra tunisino arriva nel sud d’Italia – spiegano gli esperti del Lamma, il consorzio che si occupa di previsioni del Meteo in Toscana -. Si tratta di polveri che viaggiano a quote dai 500 metri fino addirittura ai 10mila metri di altezza”.
La sabbia quindi rifrange la luce: e questo si chiama scattering.
Ciò che è diventato anomalo si spiega con gli effetti del cambiamento climatico: proprio quello sovente negato da chi difende la teoria cospirativa della Geoingegneria Clandestina.
Il fenomeno è solitamente ricorrente ad alta quota: complice però la desertificazione portata dal cambiamento climatico e gli eventi climatici sempre più estremi, le tempeste di sabbia nel Sahara peggiorano non solo la loro, ma la nostra vita, aumentando i casi e quindi portando sabbia anche a bassa quota, e sempre più spesso.
Dimentichiamo tutti che la Terra è un solo pianeta ed il vento non “lo puoi fermare coi barconi”: la desertificazione e la tropicalizzazione non sono “un problema del sud del mondo”, ma un problema di tutti.