“I letti matrimoniali per incoraggiare lo stupro”: frasi mai dette e dove trovarle

Ci segnalano i nostri contatti un post X secondo cui un’attivista per i diritti LGBTQ+ avrebbe parlato di “letti matrimoniali per incoraggiare lo stupro” in un suo discorso.

Parliamo di Marina Sáenz, persona transessuale, prima docente universitaria ad esserlo in Spagna che, ovviamente, non ha mai proferito la frase che le attribuiscono.

"I letti matrimoniali per incoraggiare lo stupro": frasi mai dette e dove trovarle

“I letti matrimoniali per incoraggiare lo stupro”: frasi mai dette e dove trovarle

Si tratta della pratica ormai sin troppo comune del “virgolettato inventato”: si piazza una frase volutamente infiammatoria sul volto di un soggetto odiato che viene gettato in pasto al livore della rete, ottenendo viralità.

“I letti matrimoniali per incoraggiare lo stupro”: frasi mai dette e dove trovarle

Secondo il post X incriminato la dottoressa Marina Sáenz avrebbe detto “Le coppie devono dormire in letti separati perché i letti matrimoniali sono un’invenzione etero-patriarcale per incoraggiare lo stupro degli uomini sulle donne”

Frase sufficiente per scatenare la cieca indignazione social e commenti carichi di odio e omofobia, il cui commento più gentile descrive la dottoressa come un “bidet con le tette” e il meno cortese parla del “problema” di trovare qualcuno “col coraggio di stuprarla”.

Frase mai proferita: se non vi fidate della smentita dell’interessata potete controllare voi stessi.

Al contrario dei condivisori della bufala che si limitano semplicemente a dichiarare l’esistenza della frase senza provarla, nonostante sia ovvio che l’onere della prova spetti a loro, la dottoressa Sáenz infatti chiede di ascoltare il discorso da cui proviene la foto usata.

Un’ora e nove minuti nei quali la frase non compare neppure per sbaglio, e sfidiamo pubblicamente i condivisori a provare il contrario o cancellare i loro commenti.

I colleghi fact-checker spagnoli di Maldita e di Newtral confermano la fake news, confermando che la frase incriminata non appare neppure in altri discorsi.

Ma spetterebbe agli accusatori provarlo: anche se non si può provare ciò che non esiste.

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