Non sempre la “saggezza popolare” e i miti della nonna fanno bene e sono saggi: suggerire che non solo la birra fa bene in gravidanza, ma trasforma ogni puerpera in un distributore di latte in grado di sfamare eserciti di bambini è la cosa più nociva che si possa raccontare.
Diventa un ottima scusante per violare uno dei precetti fondamentali: non bisognerebbe mai bere alcol in gravidanza.
La birra fa bene in gravidanza? Quando i miti della nonna sono dannosi
Partiamo dalla situazione primaria: bere alcol in gravidanza. Tutto quello che la puerpera ingerisce arriva al feto, che non ha gli enzimi necessari per metabolizzarlo.
Ingozzarsi di birre per farsi venire un seno da competizione di mungitura potrebbe non provocare effetti visibili su una donna abituata al bere, ma scaricherebbe tutti gli effetti nocivi dell’abuso di alcol sul feto, causando nel nascituro una serie di anomalie funzionali dalle più leggere alle più gravi note come Sindrome Alcolico Fetale.
Ma ora passiamo a ipotizzare che i nostri lettori più affezionati alla “antica sapienza popolare” decidano di montare sulle barricate urlando che sì, magari non darebbero birra ad una donna incinta, ma siccome la loro nonnina giura che la birra fa venire latte lo darebbero ad una donna in allattamento.
Ancora adesso sarebbe un errore.
Sebbene una donna in allattamento possa alimentarsi in modo meno restrittivo che una donna incinta, è ancora consigliato limitare l’alcol e comunque non assumerlo tre-quattro ore prima dell’allattamento, per evitare che l’alcol finisca nel latte causando problemi nello sviluppo.
Sarebbe dunque meglio ignorare questa leggenda.