Ci vuole poco a trasformare il “gonzo journalism” e il “giornalismo d’assalto” in una brutta storia. Parliamo ovviamente della storia dell’influencer che scambia artigiano per ladro di biciclette, con quello che ne consegue, e dell’abitudine, importata anche in Italia, del personaggio pubblico che insegue “di persona” la notizia additandola e mostrandola in prima pagina.
Forse, con la fretta di avere un mostro da sbattere in prima pagina che tanto mostro non era, come la storia di un artigiano noto alla stampa come Beppe e dell’influencer TikToker G. Vagnato, invito di Fiorello per Viva Rai2!
Scambia artigiano per ladro di biciclette: condannato influencer
Sappiamo bene nel settore delle informazioni non meglio verificate che ogni storia come questa comincia con un “esperimento sociale”. Parola che indica qualcosa a metà tra lo “Specchio segreto” di Nanni Loy e quel vago senso di “giustizia popolare”.
L’esperimento è il seguente: una bici viene abbandonata a Milano con un GPS sotto il sellino ed un sistema per scattare foto ai malintenzionati pronti a rubarla.
Beppe l’artigiano viene ripreso mentre tocca la bici. Attenzione: tocca. Non ruba, non porta via, tocca. La bici viene rubata e viene mostrato al pubblico lo spezzone con Beppe.
Nonostante la difesa dell’influencer abbia dichiarato che “Beppe” non era del tutto riconoscibile, evidentemente lo era abbastanza: l’uomo ha dovuto cambiare casa ed ha avuto gravi danni psicologici tutt’ora trattati con farmaci per l’accusa di essere stato additato pubblicamente come ladro.
Il giudice ha disposto un risarcimento di oltre 25 mila euro per il 56enne vittima dell’errore di Vagnato, nonché una condanna ad un anno di pena sospesa con 5mila euro di provvisionale per l’influencer.