Un post pubblicato su X mostra una statistica che dovrebbe dimostrare che il vaccino ha causato un eccesso di invalidità tra i lavoratori americani.
Il messaggio contenuto è sviato e alterato, creando quindi un contenuto del tutto falso.
Si tratta infatti di una statistica che dimostra due dati l’aumento delle possibilità di impiego per i lavoratori diversamente abili, introdotto grazie alle accresciute tutele e conoscenze per il c.d. smart working, o telelavoro per i non anglofoni e l’aumento delle disabilità causate da COVID19.
No, questo non è un grafico che dimostra l’aumento dei disabili dopo il vaccino
Nelle risposte al post si insiste con la falsa teoria secondo cui un presunto “tasso di disabilità” era in calo.
In realtà come è evidente da una traduzione letterale e non erronea del testo si parla del tasso di occupazione dei disabili e non del tasso dei disabili.
Non esistono statistiche che dimostrano un aumento della disabilità data dalla vaccinazione COVID19 perché, come abbiamo avuto più volte modo di vedere, i presunti “eventi avversi” paventati nella blogosfera novax semplicemente non corrispondono al vero.
Lo Smart Working
Una delle due soluzioni è la più ovvia: come anche in Italia la Pandemia ha dato un fortissimo impulso allo smart working.
Ammettiamolo: prima del 2020 pochissimi avrebbero considerato viabile l’opzione di “lavorare da casa” e strumenti come Teams, GoToWebinar, Meet e simili erano considerati un orpello pigro equipollente alle telechiamate.
La necessità di continuare a lavorare durante il lockdown ha comportato in tutti i paesi evoluti la necessità di ristrutturare le infrastrutture lavorative per introdurre forme di lavoro agile, che sono ovviamente rimaste anche dopo la Pandemia.
Se il tasso di occupazione dei disabili è aumentato anche senza l’aumento dell’immaginario “tasso di disabilità” è perché un maggior numero di persone ha potuto accedere a strumenti di televoro e lavoro agile, entrando quindi nella forza lavoro.
Inoltre, un aumento di disabili viene attribuito dagli stessi dati citati a COVID19 e Long COVID.
Gli effetti del Long COVID
Già a febbraio 2022 gli enti preposti avevano previsto che gli effetti del Long COVID, all’epoca in corso di studio, avrebbero costituito una forma di disabilità.
Da nessuna parte nei report citati viene anche solo citata la parola “vaccino”, ma si ricorda che tra le disabilità anche temporanee va inserito il Long COVID, in quanto “un quarto dei pazienti COVID19 non ricoverati continua ad avere sintomi per mesi, compatibili col Long COVID, in aggiunta ai pazienti ospedalizzati che possono riscontrare lunghi periodi sintomatici”.
Sommando i due dati abbiamo che colpevole, responsabile e causa degli eventi è COVID19 e non il vaccino, rendendo il contenuto falsificato.
Conclusione
Le presunte statistiche per cui ” l’aumento dei disabili dopo il vaccino” sarebbe stato dimostrato in realtà dimostrano l’aumento dei mezzi di smart working e l’influsso del Long COVID sulla popolazione lavorativa considerata diversamente abile.