I novax con la bufala dell’Islanda che vieta i vaccini si rivelano essere l’equivalente dello stereotipo del “Giapponese perso nella Jungla”, pronto a combattere una guerra che non esiste più e nella quale l’Impero che rappresentava è caduto sotto i colpi della sconfitta.
Inoltre, lo fa con mezzi che rafforzano l’idea di una comunanza, se non di intenti di mezzi, tra la produzione delle fake news novax, pro-Putin e ultimamente pro-Hamas, ovvero ambientare le bufale in posti lontani contando sul fatto che il disinformato medio non ha voglia né mezzi per verificare.
Il russo perché tagliato fuori dalla guerra, il palestinese perchè tagliato fuori dalla carenza di mezzi, il “condivisore seriale su X e Facebook” perché privo della voglia di fare ambo le cose.
La bufala dell’Islanda che vieta i vaccini e altre fakenews novax
Secondo la condivisione ricevuta il governo Islande con “una azione incisiva” avrebbe vietato i vaccini “preoccupato dalle morti improvvise”.
Qui si riconosce tutta l’impronta dei novax, ovvero il reiterare la falsa narrazione delle c.d. “morti improvvise”, la teoria che dall’inizio della campagna vaccinale la vaccinazione abbia causato un eccesso di mortalità ad essa direttamente collegabile.
Teoria come abbiamo visto brutalmente sconfessata dai fatti, sbugiardata pubblicamente dagli stessi enti di statistica a torto invocati, basata su interpretazioni creative, faziose e presentate in modo del tutto falsificato del dato statistico base e, infine smentite da un calo globale dell’eccesso di mortalità nel corrente anno rispetto al 2020.
Teoria spesso sostenuta da improbabili report basati su video inattinenti, liste di necrologi prese da persone morte per tutt’altro motivo, nonchè improbabili elenchi di “vittime del vaccino” contenenti persone inesistenti create con la Computer Graphics e un lungo evento di “celebrità morte per il vaccino” contenenti vittime di attentati terroristici come Shinzo Abe e attori morti di suicidio come Jason David Frank (cause ovviamente non imputabili alla vaccinazione).
Ovviamente è Guðrún Aspelund, capo epidemiologo al Direttorato Islandese presso la Sanità a confermare che sia il presunto “aumento di morti” che il divieto vaccinale sono delle fakenews altrettanto grottesche.
Come molti altri Stati Occidentali, compresa l’Italia, l’Islanda si sta muovendo dal modello emergenziale degli “hub vaccinali” alla formula “di convivenza attiva col virus” in cui il vaccino viene offerto presso i medici di base assieme alla vaccinazione antinfluenzale, modello che verosimilmente resterà valido per tutti gli anni a venire, datasi l’ormai innegabile coesistenza dell’influenza e di COVID19.
Conclusione
L’Islanda, come anche ogni altro stato Occidentale, non ha mai abolito la vaccinazione antiCOVID19 e denunciato un “aumento della mortalità” a seguito della stessa, dato questo falso e inesistente.