Il successo della serie televisiva Per Elisa – Il caso Claps e la prossima messa in onda dello speciale Sky dedicato al delitto di Potenza hanno riacceso i riflettori sulla vicenda. Il 5 novembre il presidio organizzato da Libera e dalla famiglia Claps di fronte alla chiesa della SS Trinità ha suscitato l’indignazione dell’Arcidiocesi, che in una nota stampa inviata alle redazioni nazionali e locali ha espresso “rammarico e sconcerto”, accusando i 600 accorsi al presidio di aver “disturbato ininterrottamente” la celebrazione eucaristica.
Il corpo di Elisa Claps fu ritrovato il 17 marzo 2010 nel sottotetto della stessa chiesa, 17 anni dopo la sua morte avvenuta il 12 settembre 1993 per mano di Danilo Restivo. Con la grande partecipazione della cittadinanza attiva contro la ripresa del culto presso la Santissima Trinità, la domanda dell’opinione pubblica si è alzata unanime: per quale motivo quella chiesa non è stata sconsacrata?
La sconsacrazione nel Codice di Diritto Canonico
Nella nota inviata dall’Arcidiocesi dopo le proteste, si legge che durante l’omelia del 5 novembre lo stesso Arcivescovo, monsignor Salvatore Ligorio, ha ribadito che la chiesa è stata riaperta al culto “su mandato di Papa Francesco”.
Dopo il ritrovamento del corpo di Elisa Claps, il 17 marzo 2010, la chiesa fu posta sotto sequestro dalla Procura di Salerno, ma dalla Santa Sede non sarebbe mai arrivato alcun provvedimento di sconsacrazione, motivo per cui ancora oggi ci si interroga sui motivi. Un articolo pubblicato il 24 novembre 2010 su La Gazzetta del Mezzogiorno lo confermava: “Non è stata sconsacrata. Ma è chiusa dal 17 marzo scorso, da quando è stato trovato il cadavere di Elisa Claps”.
Ancora, lo stesso articolo parlava di una petizione in cui si chiedeva “all’Autorità Ecclesiastica che la chiesa venga sconsacrata e i suoi spazi messi a disposizione della collettività per la creazione di una struttura polifunzionale di interesse nazionale, gestita da una Fondazione costituita ad hoc ed intitolata ad Elisa Claps”. Perché la chiesa della Santissima Trinità non è mai stata sconsacrata?
La risposta sarebbe nel Codice di Diritto Canonico, consultabile interamente online dal sito istituzionale della Santa Sede a questo indirizzo. I canoni in cui si fa riferimento si trovano nel Libro IV “La funzione di santificare della Chiesa”. Nella parte III relativa a Luoghi e Tempi Sacri, il canone 1211 recita:
I luoghi sacri sono profanati se in essi si compiono con scandalo azioni gravemente oltraggiose, che a giudizio dell’Ordinario (il Romano Pontefice o il Vescovo, nda) del luogo, sono tanto gravi e contrarie alla santità del luogo da non essere lecito esercitare in essi il culto finché l’oltraggio non venga riparato con il rito penitenziale, a norma dei libri liturgici.
Come si può notare, questo canone non fa esplicito riferimento a omicidi o altri fatti di sangue. Continuando, il comma 2 del canone 1222 suggerisce:
Quando altre gravi ragioni suggeriscono che una chiesa non sia più adibita al culto divino, il Vescovo diocesano, udito il consiglio presbiterale, può ridurla a uso profano non indecoroso, con il consenso di quanti rivendicano legittimamente diritti su di essa e purché non ne patisca alcun danno il bene delle anime.
Ancora una volta non troviamo riferimenti a omicidi, fatti di sangue e/o altri episodi di violenza.
Cosa diceva il Codice Piano Benedettino: il canone 1172
Un riferimento specifico in tal senso era presente nel vecchio Codice Piano Benedettino, il primo codice di diritto canonico promulgato nel 1917 da Papa Benedetto XV rimasto in vigore fino al 1983, quando dopo la bolla di Giovanni Paolo II entrò in vigore l’attuale Codice, figlio del Concilio Vaticano II.
Al Codice Piano Benedettino fa riferimento Fanpage in un articolo del 2013 sul caso Dominique Venner, il 78enne che si suicidò all’interno della cattedrale di Notre Dame a Parigi davanti ai turisti. In quel contesto gli autori di Fanpage si interrogavano sulla possibilità di sconsacrazione della cattedrale, e a tal proposito citavano il canone 1172.
La versione italiana del Codice Piano Benedettino è consultabile online a questo indirizzo. Il canone 1172 recitava:
Si viola una chiesa per i seguenti atti certi, notori ed ivi avvenuti, cioè: omicidio, ingiuriosa e grave effusione di sangue, usi empi e sordidi, sepoltura di un infedele o scomunicato dietro sentenza. Violata la chiesa, non si viola il cimitero, né viceversa. Senza una previa conciliazione, non si celebrerà, né vi si amministreranno sacramenti, né vi si seppellirà. Se la violazione avviene durante i divini uffici, questi si sospenderanno; così pure la Messa, se prima del canone, e se dopo, si prosegue fino alla comunione. La chiesa violata si riconcilierà al più presto. Se è dubbia la violazione, si può riconciliare per cautela. Se fu violata per la sepoltura di uno scomunicato o un infedele, non si riconcilierà se non tolto, se si può senza grave incomodo, il cadavere.
Dunque? Perché la chiesa della SS Trinità di Potenza non è stata sconsacrata dopo il ritrovamento del corpo di Elisa Claps? Se i riferimenti nel Codice di Diritto Canonico sono quelli che abbiamo trovato – i canoni 1211 e 1222 – allora è pacifico che tra le cause che porterebbero alla sconsacrazione di un luogo di culto non viene specificato il fatto di sangue.
Ancora, va detto che il portale istituzionale del Codice è sprovvisto di una lentina che consenta al lettore di indicizzare la ricerca tramite parole chiave.