Le scene raccapriccianti del Daghestan sono solo l’inizio di qualcosa di inquietante, grottesco e preoccupante. Sono la prova che le più grandi tragedie del genere umano possono ripetersi più volte: la prima come semplice tragedia, la seconda come tragica farsa.
L’araldo di un nuova ondata di antisemitismo ha il volto di una folla in Daghestan che, armata di bandierine palestinesi per una manifestazione apparentemente relativa alla striscia di Gaza è involuta in un pogrom di caccia all’ebreo, con tanto di persone pronte a cercare il “pericoloso giudeo” infilando la testa nel reattore dell’aereo.
Uno di quei momenti in cui i momenti più grevi della storia si tingono di stupidità: del resto abbiamo già visto come dietro l’Holodomor, il compiaciuto sterminio per carestia del popolo Ucraino ad opera di Stalin, ci fosse un “brillante scienziato sovietico” convinto che si potesse rieducare il grano mandandolo in Siberia per renderlo vigoroso e che il grano tenero, se lo desidera tanto, può diventare grano duro o segale e se negli la sua autodeterminazione sei un fascista razzista che non comprende i sentimenti del popolo.
Infatti la folla intenta al linciaggio in Daghestan era solo l’inizio.
Perchè il grottesco antisemitismo nel mondo dovrebbe preoccuparci
In tempi pregni di conflitto mediatico e discussione (anche necessaria va detto, purché sia discussione) siamo passati dal civile dibattito sui temi ad atti che di quella civiltà hanno ben poco come la profanazione di quattro pietre di inciampo in 24 ore.
A Milano tornano le stelle di David, disegnate a identificazione delle “case di Ebrei”, a Piazza Bologna una bandiera palestinese appare esposta come contrapposizione ai cittadini ebraici che vivono in quella zona.
In Francia, le stelle di David marchiano case ed attività commerciali, in Austria bruciano i cimiteri, per non parlare dei social dove ormai il più spudorato antisemitismo veste i panni dell'”antisionismo social” per cercare legittimità nell’odio e nel livore. E parliamo di un genere di “antisionismo” simile a quello presentato nella madre dei complottismi più feroci, quello dei “Protocolli dei Savi di Zion” eretto a giustificazione di ogni violenza da lì all’Olocausto.
Uno spettro che non se ne è mai andato, anzi con la perdita della memoria, con i pochi sopravvissuti spesso oggetto di feroci attacchi solo per la “colpa” di non essere morti, rischia di tornare non solo come farsa nel Daghestan, ma come turpe tragedia del mondo
Ci spiega il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che spiega: “Ci sono anche aggregazioni di altra natura che stiamo monitorando, controllando”, perché i rischi possono arrivare “non solo da Hamas che ci dichiara Paese in qualche modo a rischio” e “non solo da lupi solitari” o dallo “spontaneismo di tipo terroristico”.
Chi parla male spesso agisce male: ogni singolo commento d’odio porta invariabilmente alle porte di una nuova tragedia, che dovremmo evitare con tutte le forze.