Dilaga una leggenda metropolitana ascesa a vera e propria bufala secondo la quale le batterie al litio usate tra l’altro nelle automobili elettriche siano radioattive e necessitino procedimenti radioattivi per essere create.
Abbiamo già visto in passato ogni genere di bufala sull’auto elettrica, perlopiù in salsa antiambientalista ed antieuropea: nell’opulento stile della disinformazione filorussa, che descrive l’Europa come un “impero del Male” che impone pratiche costose e insalubri ai cittadini mentre la Russia neoSovietica e neoZarista sarebbe pronta a fornire ai “Compagni” abbastanza benzina per farci il bagno tutti i giorni.
No, le batterie al litio non sono radioattive: complottisti non riprovateci
In realtà esistono diversi tipi di “batteria al litio”, e nessuno di questi viene creato con elementi radioattivi. Le batterie ai polimeri di litio del resto sono tra le più comuni: pensate al fatto che probabilmente ne avete una davanti in questo momento, quella del vostro cellulare e non siete diventati radioattivi, o sono presenti nei giocattoli ricaricabili dei vostri figli, nella vostra Nintendo Switch e nei suoi due JoyCon (i joypad removibili), nel vostro portatile e in qualsiasi apparato elettrico ricaricabile in vostro possesso.
Incidentalmente anche l’argomento ad uso patetico del “Eh ma i poveri bambini minatori africani” diventa qualcosa di cui non vi è mai importato un atomo.
Vi state confondendo col Coltan, usato per leghe inossidabili nell’industria aerospaziale, medica e, avrete ancora indovinato, per i vostri telefoni cellulari.
Bene che vi è necessario per spargere la pandetta delle “fonti russe” per una carezzina dalla trollfarm.
E che inoltre sarebbe bene ottenere in modo umano, se non altro per continuare ad avere pacemakers e aerei anziché decidere di evitare lo sfruttamento dei bambini (piaga che nessuno nega, ma non riguarda il litio bensì coltan e cobalto) inventandosi una necessità inesistente di distruggere il futuro dedicandoci alle fonti non rinnovabili.