La denuncia di Sophie al Telegraph: nata maschio, lo ha scoperto solo 22 anni dopo

Una storia incredibile, ma assistita da una circostanziata denuncia della protagonista, una 37enne di nome Sophie Ottaway che ha scoperto di essere stata oggetto di un cambio di sesso a sua insaputa e ritiene che questo sia la causa dei diversi problemi di salute che l’hanno affetta nella vita.

Sophie nasce infatti nel 1986 affetta da una gravissima forma di complesso estrofico (estrofia vescicale ed epispadia). In gergo non medico, con gli organi urogenitali maschili gravemente malformati, inutilizzabili e necessitanti una serie di complesse operazioni per ricostruirli.

La denuncia di Sophie al Telegraph: nata maschio, lo ha scoperto solo 22 anni dopo

Non la scelta ma la denuncia in questo caso: un bambino di poche ore non è in grado di scegliere molto: secondo quanto ricostruito dalla persona interessata 22 anni anni dopo, i medici scoprono il complesso estrofico.

Forniscono così ai genitori due scelte, almeno formalmente, dato che di fatto viene data una sola scelta.

I medici dichiarano che potrebbero ricostruire i genitali maschili del neonato, ma questo comporterebbe a loro parere una lunga serie di operazioni, difficoltà postoperatorie, giorni di scuola persi e una vita di disfunzioni erettili e problemi vari, quindi propongo una riassegnazione chirurgica del sesso in donna

Il racconto di Sophie si tinge di scelte che oseremmo definire poco corrette: i genitori di Sophie vengono esortati a tenere nascosta la cosa a tutti, compresa Sophie stessa per evitare problemi, fornire alla figlia una “storia di copertura” e decidere il prima possibile in modo da registrarla all’anagrafe come bambina.

Cosa che accade: Sophie cresce convinta di essere nata donna e di aver perso le ovaie per una non meglio precisata complicazione medica alla nascita, facilmente curabile assumendo estrogeni.

Sophie ha un’infanzia felice ed un’adolescenza all’insegna di comportamenti autolesionisti, che attribuirà ad una serie di problemi di salute che nessuno sembrava riconoscere o individuare: a 22 anni, in seguito ad una visita per una forte tonsillite, casualmente accede al suo fascicolo medico scoprendo di essere nata uomo.

La situazione precipita: Sophie razionalizza le periodiche visite in cui un medico, senza alcuna ragione apparente per una ragazzina, controllava lo sviluppo del seno ed altre caratteristiche sessuali secondarie (necessarie per valutare il livello di ormoni assunto), nonché un costante senso di inadeguatezza legato al suo sviluppo sessuale, e il suo rapporto coi genitori (ora risanato) peggiora ulteriormente.

Diventerà un’adulta che porterà quel suo rapporto autodistruttivo con se stessa agli estremi: si descriverà come spendere la maggior parte del suo tempo in motel, mangiando hamburger a colazione e usando alcol e droghe per venire a patti con la sua vita. I soldi non le mancano, ma le pesa l’incertezza per il domani.

Col COVID, come con molte persone già in crisi, l’isolamento peggiora la situazione, e la sua salute si aggrava ulteriormente: la paura di un cancro all’addome si rivela essere in realtà una massa dovuta ad una protesi inseritale in infanzia dove avrebbe dovuto esserci una vagina, e questa è l’ultima goccia.

Attualmente Sophie non intende più mantenere segreti: ed ecco come la vicenda è arrivata alla stampa. Si allontana dal sistema sanitario Inglese, decide di cambiare l’approccio alle terapie e realizza che decenni di incontinenza e altri problemi meritano quantomeno affrontare un problema.

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