Carlo Cracco è stato denunciato da Bankitalia? Così riporta uno spot comparso nel feed di Facebook, che i nostri lettori ci segnalano.
Lo stesso copione, identico, lo abbiamo visto con Saviano e la Littizzetto, anche essi usati come testimonial a loro insaputa di una narrazione sempre uguale.
In tutte le narrazioni però un manipolo di eroi riesce a procurarsi screenshot della trasmissione (o meglio di trasmissioni a caso col logo malamente appiccicato, ma se avete creduto alla storia precedente potete credere a qualsiasi cosa) e pubblicarli su Facebook sotto forma di post sponsorizzato di pagine del tutto inattinenti (come l’auditorium di una città americana) con tanto di commenti di persone inventate dai nomi tipicamente non italiani che giurano di aver scoperto il segreto della ricchezza e di essere pronti a partire all’arrembaggio di Bankitalia cliccando su ogni link proposto.
Link che nella migliore delle ipotesi vi porterà ad app a pagamento, nella peggiore a condividere i vostri dati bancari con sconosciuti, in ogni caso ha l’attendibilità del Whatsapp del “capo della mafia” che cortesemente vi chiede di fargli un versamento in Bitcoin oppure dovrà ammazzarvi tutti i familiari.
Ovviamente, se ci siete cascati avete una sola soluzione: bloccare eventuali carte di credito fornite, contattare la vostra banca e la Polizia Postale.