Il 27 luglio è successo un evento sportivo che va oltre i confini dello sport e dei regolamenti e tocca il concetto stesso di umanità provocato da una guerra brutale che ci ha ripiombato negli anni della Guerra Fredda. Un evento totalizzante che non consente a buona parte del mondo di guardare all’altra con gli stessi occhi di prima.
È successo che l’atleta Ucraina Olga Kharlan ha terminato il suo incontro vittorioso con l’atleta Russa Anna Smirnova salutandola con un tocco di sciabola e non con una stretta di mano, causando nella stessa una protesta alquanto forte, occupando per quasi un’ora il campo esigendo la stretta di mano regolamentare.
Cosa che ha provocato dapprima la squalifica e poi il reintegro della Kharlan. Ma andiamo con ordine
Prima esclusa e poi riammessa la sciabolatrice Ucraina alle Olimpiadi: il caso
Sebbene il regolamento tradizionale imponga una stretta di mano finale, uno dei lasciti della pandemia è stato la progressiva sostituzione della stretta di mano con saluti privi di contatto, per esigenze sanitarie, consuetudine ricordata da grandi atleti Italiani come Andrea Terenzio e Luigi Samele.
Per quanto il COVID19 abbia smesso la sua morsa, va detto che la possibilità mostrata dalla pandemia di saluti cortesi ma non fisici soggiace inoltre alle conseguenze della guerra oltre che della Pandemia.
Infatti è stato recentemente consentito agli atleti Russi di partecipare come “Atleti individuali” rinunciando alla bandiera, ed agli atleti Ucraini di partecipare a competizioni dove i Russi partecipino “in proprio” e non come rappresentanti di una nazione ostile che ha invaso ed occupato la loro terra.
Un briciolo di umanità consentirebbe quindi di “venirsi incontro”: l’atleta Ucraino saluta l’atleta Russo, ancorché non col calore che ovviamente non possiamo costringerlo a mostrare, perché rubando le parole di Terenzio “pretendere che debbano dare la mano a chi in quel momento rappresenta il paese che gli sta facendo guerra è come umiliarli una seconda volta”.
Ma evidentemente la Smirnova con la sua occupazione ha reso chiaro di non voler “lasciar perdere” e venirsi incontro: nel giro di poche ore è arrivata la squalifica per la Kharlan e le polemiche, rinfocolate dall’apparizione di una foto della Smirnova che fa il gesto della vittoria assieme ad un soldato Russo, foto poi rimossa dai social.
A seguito delle polemiche dovute ad una situazione eccezionale, il Comitato Olimpico ha deciso per la riammissione. Anche perché pare la Kharlan abbia rappresentato il suo problema ben prima del gesto.
“Ringrazio il Comitato Fie per questa decisione. La cosa più importante per gli atleti è poter competere. Nel mio caso è davvero importante per la mia famiglia, per la mia squadra e per il mio Paese. In questi giorni difficili per me ho trovato la forza per gareggiare e ringrazio per la decisione”.
Ha dichiarato l’atleta Ucraina riammessa, che potrà partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024 e ha già incassato una vittoria nella propria a squadre proprio battendo noi Italiani che, sportivamente, avevamo come si è visto promosso il suo ritorno, bramando la sfida sul campo e non in politica.
Un ulteriore modifica del regolamento inoltre renderà la stretta di mano non più obbligatoria: amicizia va bene, ma di questi tempi non possiamo costringere chi non vuole a violentare i propri sentimenti.