Ultimamente, col vuoto lasciato nella collettività novax dal passaggio dalla pandemia all’endemia branche di complottismo desuete stanno emergendo per inglobare le sacche di complottismo lasciate vuote. Dopo il novax, il nopos, il noclima e il fautore delle scie chimiche sta tornando in voga il Terrapiattista nemico della NASA.
Ovviamente il loro bersaglio questa volta è la mappa di Urbano Monte, in questo caso chiamata “Mappa di Urbano Monti” secondo una scrittura alternativa del nome.
No, non è vero che la mappa di Urbano Monte prova la Terra piatta
La mappa di Urbano Monte è infatti una proiezione che, per quanto imprecisa (parliamo del 1587 del resto) è costruita per riprodurre in due dimensioni un modello tridimensionale basato sulla Terra sferica.
Il planisfero di Monte usa infatti una proiezione azimutale, con il Polo Nord come punto centrale e l’Antartide distribuito nell’anello esterno. Per essere precisi dunque diventa una proiezione azimutale polare, ottenuta in questo caso proiettando la superficie terrestre da un centro di proiezione su un piano tangente alla Terra sul Polo Nord.
Facendola ipoteticamente ruotare su un perno al Polo avresti dunque ottenuto non una mappa della “Terra Piatta”, concetto nel quale lo stesso Urbano Monte non credeva, ma la proiezione di un globo su un piano bidimensionale usabile come cartina geografica.
A ben vedere, sia molto più evoluta delle carte dell’epoca che di molto inferiore alle carte moderne (ma noi abbiamo avuto secoli e tecnologie per vedere e misurare la Terra in ogni angolo).
Come del resto tutti i cartografi del suo tempo Monte non poteva viaggiare per il mondo o osservare rilievi satellitari: doveva collazionare mappe e informazioni raccolte da ogni luogo in un’epoca in cui lo studio della geografia era un passatempo rispettabilissimo e costoso, che solo persone di nobile stirpe e famiglia abbiente come la sua potevano apprendere.
Avendo ad esempio modo di incontrarsi con delegazioni provenienti dal Giappone, la mappa di Urbano Monte riporta città Giapponesi ignote ai “concorrenti”, ma essendo difficile descrivere “a parole” e coi mezzi dell’epoca un’area geografica così vasta il Giappone di Monte ha dei confini strani e incerti.
In ossequio all'”horror vacui”, l'”orrore del vuoto” che portava i cartografi a riempire le mappe, anche la mappa di Monte in Trattato universale. Descrittione et sito de tutta la Terra sin qui conosciuta presenta annotazioni su luoghi ed animali, a volte puntuali a volte decisamente fantasiose, come la presenza di strane chimere “col corpo di leone, il viso di donna e la coda di scorpione (rendendoli incroci tra Sfingi e Grifoni), Alicorni e lucertoloni enormi degni di “Legend of Zelda” sparsi in tutta l’Asia Centrale.
In ogni caso in nessun modo la mappa prova la Terra Piatta, anzi prova che già nel Rinascimento la corretta teoria della Terra come geoide era già assodata e accettata.
Conclusione
La mappa di Urbano Monte, ottenuta assemblando le conoscenze dell’epoca, è una proiezione azimutale polare di un modello sferico riportato su un piano tangente al Polo Nord.