Un video del TG1 del 2007 è ricomparso sulla bacheca di Valerio Staffelli, inviato speciale di Striscia La Notizia, in questo periodo in cui l’alluvione in Emilia Romagna si presenta come l’occasione per rilanciare le teorie complottiste sulle scie chimiche.
Il contenuto non è opera di Staffelli, bensì l’inviato riprende un video ormai popolare su TikTok senza lasciare commenti, limitandosi alle emoji con l’espressione impaurita. Il contenuto è ancora online sia sulla bacheca Instagram dell’inviato di Striscia La Notizia che sul profilo TikTok dell’autore.
Il servizio del TG1 del 2007
Nel servizio del TG1 del 2007 riproposto in questi giorni si dice quanto segue:
Si può evitare la pioggia per salvare importanti manifestazioni internazionali? Sembra di sì, e i russi sarebbero maestri. Gli esperti russi sarebbero maestri nel controllare le condizioni metereologiche per evitare che pioggia e maltempo possano rovinare importanti manifestazioni. Come fanno? Ce lo spiega il corrispondente A. C..
Quindi interviene l’inviato:
Sembrava una leggenda metropolitana, invece era un segreto finalmente svelato: riuscire a non far piovere là dove il cerimoniale entrerebbe in crisi. Come ieri, durante la festa per le celebrazioni del Nove Maggio. “Pioggia su Mosca”, dicevano le previsioni, e invece nulla. In Russia hanno potuto rimanere anche stavolta sulla Piazza Rossa senza ombrello, grazie a dodici aerei che hanno sorvolato il centro della capitale scaricando sulle nuvole un composto fatto di azoto, iodio e argento, miscela non si sa quanto ecologica ma efficace e soprattutto sperimentata in un Paese in cui i fenomeni atmosferici sono estremi e la pioggia può diventare un vero problema. Se ne resero conto anche i leader del G8 l’estate scorsa a San Pietroburgo, pioggia di ottobre ovunque tranne che sulle loro teste. Anche allora si vociferò che era stato merito degli aerei antipioggia. Adesso sappiamo che non era solo propaganda.
Di cosa parla, sostanzialmente, il servizio? Gli utenti più istintivi sono convinti che quel servizio parlasse di scie chimiche e che dimostrasse l’esistenza di un controllo del clima a favore degli interessi dei grandi leader mondiali, ma così non è.
Cloud seeding, non scie chimiche
Ciò di cui si parla è più che altro il cloud seeding, che l’esperto Sandro Fuzzi definisce “tanto affascinante quanto poco utile” in un intervento a Linkiesta. In un articolo presente su GeoPop troviamo una spiegazione esauriente:
Le gocce di pioggia per formarsi hanno bisogno dei nuclei di condensazione, cioè piccole particelle attorno alle quali può condensare il vapore acqueo presente nelle nubi. […] Il cloud seeding prevede di introdurre in atmosfera artificialmente delle particelle, così da riuscire a far condensare il vapore delle nubi, alimentando la pioggia.
Niente a che vedere con le scie chimiche, dunque, che sono semplicemente vapore acqueo rilasciato dai velivoli al loro passaggio. Tornando a Fuzzi, per alimentare la pioggia è necessario individuare la nuvola che abbia quel tipo di condensazione e quella dimensione, requisiti che non sono sempre presenti. Per cui il cloud seeding è un intervento con grosse limitazioni, in quanto non basta impiegare le sostanze di cui sopra per alimentare la pioggia.
Con il cloud seeding è possibile anticipare le piogge ma, ripetiamo, ciò non ha alcuna attinenza con le scie chimiche e soprattutto non è sempre efficace.
Conclusioni
La “geoingegneria clandestina” di cui parlano i teorici e i sostenitori del complotto delle scie chimiche non ha alcuna attinenza con il cloud seeding, argomento di cui parla il servizio del TG1 del 2007 e che non parla, quindi, delle scie chimiche usate per controllare il clima e condizionare la popolazione.