Il caso del bambino autistico di Teramo escluso dalla prima comunione

Il 15 maggio Repubblica ha pubblicato la notizia sul caso del bambino autistico di Teramo che il prete avrebbe escluso dalla prima comunione. L’episodio è stato ripreso da altre testate e ha sollevato una certa indignazione tra alcuni commentatori sui social.

Nei fatti, l’episodio ha avuto luogo nella chiesa dell’Assunta di Silvi (Teramo) durante le prove del rito che si sarebbe tenuto l’indomani. Il piccolo avrebbe fatto cadere un cero e vi sarebbe addirittura inciampato, portando padre Antonio Iosue ad escludere il bambino dalla cerimonia presso quella sede. Poniamo l’enfasi su “presso quella sede” perché in realtà padre Iosue ha proposto ai genitori del bambino un’alternativa.

I fatti

Repubblica affida la ricostruzione della vicenda ad un virgolettato attribuito alla madre del piccolo. Le sue parole:

Mio figlio forse per stanchezza ha manifestato insofferenza e non siamo riusciti a tenerlo fermo. Il parroco allora mi ha espresso la sua contrarietà a far fare la prima comunione a mio figlio insieme agli altri, dicendo che sarebbe stato possibile farla in separata sede. A quel punto non ho saputo come replicare e sono andata via interdetta.

Quindi la versione di padre Iosue:

Dopo aver constatato la vivacità e l’insofferenza del ragazzo che ha buttato a terra candele sull’altare e non si riusciva a fermare, ho riferito ai genitori che era possibile far ricevere la comunione separatamente nella cappellina della chiesa dopo la celebrazione delle 11, ma hanno rifiutato.

Oggettivamente il piccolo non è stato escluso dalla possibilità di ricevere il sacramento della Prima Comunione, bensì è stato proposto ai genitori di risolvere in una seconda cappella.

Il padre ha riferito al Messaggero“Avevo avvertito il parroco a metà ottobre dei problemi di mio figlio. Noi eravamo disposti anche a mandare l’insegnante di sostegno, ma padre Iosue avrebbe rifiutato. Sempre padre Iosue riferisce: “È andato in mezzo agli altri, disturbava, la mamma non è riuscita a tenerlo, è andato verso l’altare e ha buttato a terra le candele, urlava“.

Il padre ha respinto questa versione: “Mio figlio è inciampato, non voleva far cadere il cero”.

L’intervento di un altro parroco

In pochissimo tempo sulla vicenda è intervenuto don Gaston Mugnoz Meritello, che in poche ore ha rimediato organizzando una cerimonia per il piccolo impossibilitato a ricevere il sacramento insieme ai suoi coetanei.

I genitori si sono recati proprio presso la sua parrocchia per chiedere di conferire il sacramento al piccolo, e don Meritello non ha fatto obiezioni.

L’invito in Vaticano

In un nuovo articolo di Repubblica leggiamo che lo stesso padre Iosue avrebbe invitato il piccolo in Vaticano il 17 giugno. Padre Antonio si è dunque scusato e alle scuse si è unito il vescovo Lorenzo Leuzzi di Teramo e Atri.

La situazione è stata risolta con un colloquio telefonico durante il quale il piccolo è stato invitato ad incontrare il Santo Padre nella sala Paolo VI insieme ad altre 7000 persone.

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